
I ragazzini ispirano simpatia (ok, non sempre): sono anticonformisti, casinisti, capricciosi, liberi, egocentrici. Gli adulti sono più affidabili, ma anche più noiosi.
Eppure c'è poco da fare: oggi le limitazioni economiche sono tali e tante, che se non si fa emergere un po' del proprio lato maturo, il mondo dello spettacolo farà a meno di te.
Il problema è che si tratta di una piccola contraddizione: chi fa spettacolo (cinema, webseries, TV, teatro...) resta sempre un po' ragazzino. La componente del gioco è imprescindibile. Se no meglio fare un lavoro da persone serie, e poi sbizzarrirsi nel proprio tempo libero con un hobby qualsiasi.
Ma se si vuole essere bravi autori di cinema, teatro, narrativa, l'ideale sarebbe non avere bisogno di sfogare la propria parte puerile fuori dall'orario di lavoro.
Ecco qui il problema: due esigenze e l'impressione che vadano in direzioni davvero opposte. Da una parte, il fatto che i soldi che girano nel mercato dell'audiovisivo sono molti meno che in passato - quindi: 1) si guadagna di meno 2) bisogna scrivere cose che costeranno di meno, molto di meno.
Dall'altra, la necessità di continuare a restare un po' bambini, l'importanza di sognare in grande, il bisogno, per fare un buon lavoro, di rischiare, di proporre cose nuove, originali, mai tentate prima. Come fare a conciliare queste due spinte apparentemente inconciliabili?

Perché, per tenere insieme la nostra parte adulta e quella più sgangherata (entrambe indispensabili), la tecnica e le regolette servono ma non bastano: bisogna far propria una particolare mentalità, fatta di dedizione alla causa, voglia di rischiare, e conoscenza del mondo che ci circonda. Restare adulti e diventare bambini.
E proprio di questa mentalità cercheremo di parlare nei nostri incontri.
A breve proporremo due versioni diverse dello stesso format.
A Milano, in versione workshop, il 14 febbraio, alla Libreria Open.
A Roma, in versione corso di 20 ore, alla Libreria Altroquando, 21 e 22 febbraio, e 7 e 8 marzo.
Senza presunzione, con un approccio pragmatico, e con la voglia di tirarsi fuori dalle secche del periodo usando al meglio le uniche armi di cui disponiamo: il lavoro e il talento.